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Penombre e lume di candela per il DP Fabio Cianchetti nella serie tv “L’arte della gioia”

Il DP Fabio Cianchetti ha scelto ALEXA Mini LF, ottiche Signature Primes e luci ARRI per la fotografia della serie tv Sky Original “L’arte della gioia” di Valeria Golino, ambientata in Sicilia all’inizio del 1900.

Jun. 24, 2024

Dall’inizio della sua carriera, nel 1986, il direttore della fotografia Fabio Cianchetti ha lavorato con Giuseppe e Bernardo Bertolucci, con Saverio Costanzo, Cristina Comencini, Emanuele Crialese, Sergio Rubini e Francesca Archibugi. Ora ha firmato le luci e l’atmosfera della serie tv Sky Original “L’arte della gioia”, diretta da Valeria Golino e presentata in anteprima mondiale alla 77/a edizione del Festival di Cannes. Nel cast di questo racconto di emancipazione femminile all’insegna della libertà sessuale ci sono Jasmine Trinca, Tecla Insolia, Valeria Bruni Tedeschi e Guido Caprino.

Come è iniziata la collaborazione con Valeria Golino?

Avevo già fatto la fotografia di un paio di film in cui lei era attrice, uno era “Il nome del figlio” di Francesca Archibugi, e a Valeria era piaciuta la mia fotografia, si era mostrata contenta delle luci che facevo. Mi è capitato di rivederla altre volte, finché poi non mi ha chiamato per la serie tv “L'arte della gioia”. Avevo letto il romanzo di Goliarda Sapienza e mi ero fatto un'idea. Soprattutto, in questo caso, è importante l’ambientazione: la storia si svolge in Sicilia all’inizio del 1900 e all’epoca naturalmente non c'era la luce elettrica, perciò abbiamo usato molte candele.

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La regista Valeria Golino sul set con ALEXA Mini LF e ottiche Signature Primes

La regista ti ha dato qualche riferimento per lo stile visivo della serie?

Ricordo che mi ha parlato del film “Faust” di Aleksandr Sokurov, cui voleva rifarsi per le atmosfere. L’ho visto prima di girare la serie.

Dove avete girato? Per quante settimane?

Le riprese, effettuate nel 2022, sono durate otto settimane e si sono svolte per metà in Sicilia, nei dintorni di Palermo, e per metà a Roma, sul lago di Bracciano, al Castello Odescalchi. Una delle location più interessanti è quella del monastero che ospita la protagonista all’inizio della storia: è stata una sfida significativa dal punto di vista dell'illuminazione. A un certo punto Leonora si butta giù dalla torre di notte, è stata una scena molto complessa da gestire. In generale, però, ne “L’arte della gioia” ci sono tanti notturni e le luci più svariate.

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Fabio Cianchetti ha tratto ispirazione dalle atmosfere di “Faust” di Aleksandr Sokurov per “L’arte della gioia”

ALEXA Mini LF è una macchina professionale, completa, che dà risultati che si avvicinano alla pellicola, ci sono molte possibilità di lavorarci. La uso spesso perché mi sembra ridurre l'effetto dell'elettronica, anzi correggerlo.

Fabio Cianchetti

Direttore della fotografia

Che macchina da presa avete usato?

Abbiamo girato con ARRI ALEXA Mini LF. È una macchina professionale, completa, che dà risultati che si avvicinano alla pellicola, ci sono molte possibilità di lavorarci. Il large format offre l’esperienza di una visione immersiva e si trasforma da strumento tecnico in linguaggio emotivo. La uso spesso perché mi sembra ridurre l'effetto dell'elettronica, anzi correggerlo. A me la pellicola manca molto, suppliva a molti problemi, sembrava avere una sua intelligenza propria, che l'elettronica non ha. Tra le macchine digitali, poi, ALEXA è quella che offre più informazioni. Abbiamo girato più che altro su statico, con alcuni carrelli e macchina fissa, molto poco con macchina a mano.

Che lenti hai scelto di usare?

Abbiamo optato per le ottiche Signature Primes con tanti tagli diversi il 18, 25, 29, 40, 47, 58 fino al 150, insomma un po' tutti. Le lenti Signature sono un grosso passo in avanti. Sono morbide ma definite, in perfetto equilibrio. Di solito uso le lenti di un altro noto brand perché sono morbide, ma ho scoperto che anche le Signature sono molto belle. Era la prima volta che le usavo e le userò ancora. 

Come hai gestito l’illuminazione?

Data l’ambientazione storica in un momento che precede l’uso della luce elettrica, abbiamo dovuto usare molte candele, il mio lavoro principale è stato quello di aumentare l’illuminazione a partire da queste. Mi sono avvalso di molti proiettori  ARRI M-series, dagli M18 fino agli ARRIMAX 18/12 e diversi SkyPanel. In ogni caso, in tutti i lavori che faccio metto sempre molte luci diverse.

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Valeria Golino e Tecla Insolia sul set

Ci sono delle scene in particolare della cui resa sei più orgoglioso?

Sicuramente le scene d'amore nella villa della principessa Brandiforti, un po' in penombra. A me piace molto illuminare gli interni, gli ambienti scuri, notturni, come è successo quando ho lavorato con Rubini per la fiction “Giacomo Leopardi – Vita e amori del poeta” e “I fratelli De Filippo”. Un'altra immagine cui sono molto legato è quella di Modesta sotto l'albero, che legge nel giardino della villa colpita da un raggio di sole, una scena siciliana.

Come avete gestito il monitoraggio sul set?

Abbiamo avuto due DIT molto bravi: Antonio Paolucci e Marcello Pazzaglia, che hanno assicurato la perfetta gestione dell’immagine.

Scorri le immagini della serie tv "L'arte della gioia"

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Attrezzature tecniche fornite da D-Vision Movie People

Foto principale: Valentina Glorioso