Per Baci Perugina sono stati utilizzati "colori vivaci che uscivano dallo schermo" per riprodurre la confezione del famoso cioccolato
Che indicazioni visive hai avuto, invece, per lo spot dei Baci Perugina?
L’idea del regista Giulio Volpe era di rimanere molto semplici per potersi concentrare il più possibile sull’aspetto umano del film. Dovendo ritrarre le più diverse tipologie di persone, dai bambini, ai giovani, agli anziani delle più diverse etnie, la sfida interessante è stata creare dei set-up luce da ritratto in grado di valorizzare tutti nel modo migliore.
Quali accortezze hai usato per ottenere il risultato?
È stato fatto un grandissimo lavoro di casting: questo era un film sulle persone, la tecnica doveva risultare invisibile; perciò, c’è stato un gran lavoro sugli sguardi, con un focus sull’umanità, senza flare e controluce. Era necessario creare una luce che andasse bene sia su un uomo di mezza età, sottolineandone la mascolinità e i tratti più marcati, sia sul volto di una ragazzina, senza che il tutto risultasse piatto.
Quale camera hai usato, e perché?
Ho usato la ARRI ALEXA Mini LF. Dovevamo gestire colori pop accesissimi che uscivano dallo schermo, un’estetica satura tipica dello stile di Dolce & Gabbana. Siamo partiti dal pattern della scenografia, che seguiva quello del packaging di questa versione dei Baci Perugina.
Perché il Large Format?
Per avvicinarsi al mondo dei ritratti col formato più largo. Non sono un grande fan dei grandangoli, ma sul formato largo sono più belli, hanno una gran resa della tridimensionalità e dello spazio. Più grande è il sensore, migliore è la resa.
Quali obiettivi hai utilizzato?
ARRI Signature Prime, perché sono trasparenti e belli sugli incarnati.
Hai usato una LUT?
Sì, quella preparata dalla Colorist Giorgia Meacci, che scaricava un po’ i verdi, aumentava i contrasti, arricchiva gli incarnati, sempre per avvicinarsi all’estetica pop richiesta dal prodotto.
Qual era il sistema di illuminazione?
A seconda del soggetto abbiamo usato sistemi leggermente diversi per cambiare il tono: proiettori a scarica per un soggetto e ARRI SkyPanel per l’altro. Per un soggetto abbiamo optato per una luce più gentile, istituzionale, morbida, per un altro qualcosa che si avvicinasse di più alla luce del sole, con proiettori a scarica. Sono entusiasta della combinazione tra ARRI ALEXA Mini LF e ARRI SkyPanel: la loro forza è quella di parlare la stessa lingua, di essere sviluppati dalla stessa scienza colore. Producono belle tonalità, non ci sono problemi di tinte e non sottolineano discromie sulla pelle, anzi.