Intervista con il Colorist Andrea "Red" Baracca

Come hai gestito il lavoro sul colore in HDR per le quattro diverse atmosfere richieste?

Avevamo una lunga lista di reference di film di guerra e action e diverse situazioni da sviluppare, come descritto da Filippo. Vietato desaturare e, al contrario, eravamo invitati a giocare con colori molto definiti e presenti nelle diverse situazioni, come ad esempio nelle scene al Cabiria, tutte sul rosso, o nelle scene notturne nella Zona Nera, tutte sul ciano, cercando ovviamente di non perdere il look da "guerra" richiesto da Gian Filippo e dal regista. In tutto questo, l’HDR con il materiale ARRI è stato un valido alleato, perché risponde in modo naturale a ogni esigenza durante la color correction. Il resto lo ha fatto Gian Filippo, che insieme al reparto scenografia e costumi hanno dato vita a questo film ricco di sfumature. Io, in fondo, ho messo solo la LMT. 

Cosa ha portato l'uso di tecnologia ARRI rispetto al lavoro in HDR in questo progetto? 

Fare color correction in HDR con file digitali ARRI è estremamente semplice e senza compromessi. La sua estesa latitudine di posa e la sua capacità di lettura e registrazione delle alte luci aiuta moltissimo le scelte in color HDR, quasi rendendole ovvie. È sorprendente constatare quante informazioni ALEXA riesca e restituire in tutti gli spazi colore in cui si lavora. A mio parere, nessuna macchina sul mercato riesce a uguagliare ALEXA in questo.  

Puoi raccontarci il lavoro di creazione della LMT fatto con il direttore della fotografia?

Sulla LMT e le sue declinazioni ci sarebbe molto da dire, ma in questo caso posso solo rispondere che sono un colorist old style. Con Gian Filippo ne abbiamo creata una con una palette colore il più possibile vicina alla pellicola Kodak, senza però dominanti che in qualche modo interagissero con le scelte di temperatura colore delle luci usate sul set. Anche il contrasto doveva rispettare molto le scelte di Gian Filippo sul set. Sul gamma espositivo, invece, abbiamo lavorato per avere una LMT più chiusa di 2-3 di stop, in modo da lavorare con una leggera sovraesposizione, che dà come risultato un nero molto più ricco e "smaltato", almeno nel mio modo di fare color correction. 

In macchina c’erano Luca Dell’Oro e Peter Zuffa, gli assistenti operatori erano Riccardo Metelli e Livio Montarsi, il gaffer Felice Guzzi e il capomacchinista Sandro Fabbriani. Il DIT Antonio Paolucci.

Immagine di apertura: Netflix